14 agosto 2022

 Una grande pezza del pre-ferragosto!

Questo disegno mi era stato commissionato da un gruppo musicale indi toscano 14 anni fà circa, sarebbe servito per la loro copertina. Dopo aver fatto il lavoro mi dissero che essendo passati ad un etichetta maggiore, la grafica non gli sarebbe più servita, e grazie!

Lavorarvo già a Milano per cui certe dinamiche contrattuali mi erano state spiegate, nello specifico dal Gallerista Cannaviello.(Cannaviello ogni anno esponeva giovani in progetto chiamato Dopamine, quell'anno c'era Ivan Quaroni per la curatela, ed io ero stata imbucata dalla mia amica e stimatissima artista Karin Andersen, che lavorava fissa lì, erano gli anni dell'antropomorfismo, noi saremmo diventati con Ivan il gruppo Italian Newbrow per anni, e questo gallerista appunto, ogni anno a questo gruppo scelto di giovani autori italiani teneva lezioni di economia e mercato dell'arte prima della mostra. Credetemi fu un' esperienza, nel bene e nel male di conoscere questo mondo, nell'illusione e nella disillusione di un sognatore, indimenticabile ed utilissima per noi, quasi tutti pittori di provincia.

Tornando al disegno qui sotto, quando ad un disegnatore che viene dall'autoproduzione (quindi un tipo  collaborativo), un gruppo musicale chiede in prima persona, attraverso mail  e contatti  telefonici o di bar, una copertina e-o progetto grafico del disco, non vai mai a pensare di chiedere un contratto, (nell' underground si lavora sulla fiducia e complicità).Ma poi succedono "inpupate" come questa. Così resti con un disegno fatto per terzi tra le mani.

Vero che questo mi ha fatto ricordare che è sempre meglio esser coerenti con il proprio stile aldilà delle richieste fatte. Tanto se ti scelgono, scelgono il tuo stile, la colpa della buca fu per scorrettezza, non per litigi o incoerenza tra la richiesta e la proposta (benchè possono avverarsi anche le alte opzioni) 

Purtroppo questa esperienza, ed altre di cui vi raccontero', penso sia molto comune e frequente per i giovani autori, ed è demoralizzante unbelpò, sia da un punto di vista personale di autostima che di speranza verso il prossimo e verso il lavoro da disegnatore (chiamatelo artista, creativo o dir si voglia,a me piace artigiano dell'immagine, e comunque),sembra sempre che sia una cosa da sfaticati ma  credetemi non lo è affatto, è un lavoro come un altro, certamente, raramente , è sfiancante come un lavoro del terziario, (apparte per carristi, scultori, muralisti) ma il lavoro di ricerca, culturale e intellettuale sembra nà minchiata  ma è fatto di altri tipi di pensantezze! ovvio non è paragonabile al lavoro in fabbrica, questo lo sappiamo tutti come però non dovremmo denigrare il resto, e quindi sotto un vecchio disegno, china e pennarelli , 50x50 cm su carta usomano rattoppata,

mentre domani potrete, volendo, acquistare

AD MAIORA- gli ho cambiato titolo, Stampa digitale su carta Fabriano A3 plus