06 giugno 2012

 ANIMA E CORPO
“Anima e Corpo” 
Anima e Corpo, oppure Eros e Psyche, oppure Eros e Thanatos? E’ così importante distinguere tra Anima, Psyche, o Thanatos? E’ veramente necessario chiarire le differenze che corrono tra il Corpo “fisico” e l’Eros “emotivo” in un ambito artistico che potrebbe essere classificato nel reparto stagno del Surreale?
Un vero artista proverà sempre orrore nell’essere etichettato e catalogato genericamente, nonostante sia costretto ad accettarlo dall’impero del marketing. Se però analizziamo sistematicamente il surreale e l’enigmatico insito nell’opera di un artista, il fenomeno (che per ragioni di convenienza sintetizzeremo in: Mistero), non sarà affatto rivelato (o “spiegato” agli analfabeti come un tempo si faceva con la Bibbia), bensì defraudato e ancora peggio snaturato. Un Mistero rimane tale, finché salva la sua indicibile totalità, altrimenti non è niente. Il Mistero appartiene al linguaggio del Mythos e non può essere confuso, tanto meno rivelato attraverso il linguaggio del Logos.
E’ vero che nell’universo nulla accade “per caso” e tutto ha una ragione di essere, ma chi ha stabilito che il significato dei fenomeni debba essere interpretato attraverso un linguaggio logico, oggi volgarizzato e impropriamente abusato? L’essere umano è forse un animale esclusivamente razionale? La meraviglia dell’intendere mitico è tale che al cospetto di un Mistero può comprendere innumerevoli interpretazioni, tutte esatte eppure discutibili. Ciò che veramente importa è la trasmissione sensibile che si connette direttamente al nostro immaginario psichico, il linguaggio dell’Anima. Quell’Anima che non ha nulla a che fare con la concezione della stessa secondo l’etica cattolico-cristiana, ma si rapporta all’animale = anima, le cui antenne percettive sono rappresentate dalle corna di Dioniso o di Pan, il “Tutto” universale, mezzo animale e mezzo umano, da cui proviene persino il concetto di Panico. Non è una novità che il disagio, anzi il terrore provocato dall’incomprensibile, costringa il debole a razionalizzare l’oggetto del proprio disagio, snaturandolo, o come si preferiva in un recente passato, condannandolo al rogo.
Potremmo distinguere la concezione classica di Eros e Psyche (l’anima-le dionisiaco) dalla più moderna concezione di Eros e Thanatos, che raggiunse il suo apice nel corso del Romanticismo. In quest’ultimo caso l’Eros s’identificava ordinariamente con il Corpo, quella fragile, corruttibile “carne”, quella “carne” schiava delle proprie pulsioni primordiali (i famigerati bassi istinti), che perciò doveva essere punita attraverso lo specchio della Morte. L’orrenda Morte aveva il compito di rammentare alla carne la sua peccaminosa vanità. Cenere sei, cenere diventerai, terribile monito di cui si servivano i potenti per condizionare le vivaci potenzialità di artisti e poeti.
Nessuno può negare che la passionalità e la bellezza della carne siano destinate alla Morte. Però, in quanti altri modi si può interpretare la condizione umana, oltre quelli inculcati dall’ordine morale stabilito dai potenti negli ultimi duemila anni in Occidente?
Mille pagine non basterebbero ad argomentare esaurientemente il tema al titolo di questo capitolo: Anima e Corpo. Si deve però considerare che si tratta di un libro illustrato dagli artisti Elena Rapa e Dast, quindi sarà opportuno limitarci a suggerire alcuni spunti preliminari di riflessione, senza avere la pretesa di giudicare le opere......
Dorian X
(Modenini)

Elena Rapa
Respiri I
tecnica mista su carta, 22×30 cm, 2011
Elena Rapa
Respiri II
tecnica mista su carta, 22×30 cm, 2011
Elena Rapa
Respiri III